“Qual è la tecnica migliore per correggere l’alluce valgo?”

“Qual è la tecnica migliore per correggere l’alluce valgo?”

A cura del Dr. Davide Ranaldo –– Chirurgo ortopedico Sono sempre di più negli ultimi 10 anni i colleghi che si occupano di Alluce Valgo grazie all’avvento della tecnica DE PRADO o percutanea o MIS (mini invasiva). Questo illustre e inventivo collega spagnolo, ha introdotto l’uso di strumenti tipo dentistici per la correzione dell’alluce valgo e delle sue patologie correlate come le metatarsalgie e le dita a martello. La tecnica è indiscutibilmente innovativa ma sia l’autore, sia i chirurghi che hanno deciso di dedicarsi alla chirurgia del piede con l’avvento di questa tecnica, hanno reso gli interventi apparentemente più semplici ed esenti da complicanze. Sempre di più infatti ci si spinge ad affrontare la correzione di deformità del piede molto importanti sfruttando questi strumenti, anche perché la tecnica è più semplice da eseguire, spesso si può attuare in anestesia locale e i costi sono molto contenuti, quindi favoriti dalle strutture prevalentemente private. Questo metodo è contrastante ed è frutto dell’esperienza acquisita anche da maestri che hanno praticato la chirurgia del piede per oltre 40 anni e che le hanno “provate tutte”(esistono circa 150 tecniche descritte per la correzione dell’alluce valgo). Sorvolando su quali siano esattamente le motivazioni, comprese quelle tecniche, per le quali ho deciso di non sposare a pieno la correzione secondo DE PRADO e le successive migliorie, personalmente utilizzo solo una parte del concetto mini invasivo e soprattutto ho la possibilità di scegliere grazie al mio bagaglio scientifico, culturale ed esecutivo la tecnica più adatta ad ogni tipo di piede, senza trascurare nulla. CORREZIONE DELL’ALLUCE VALGO CON TECNICA MISTA (TRADIZIONALE E PERCUTANEA) che uso più spesso Tempo chirurgico: 20-30 minuti Uso di calzatura post operatoria: 15 giorni Riposo da attività pesanti: 15-20 gg, un lavoro sedentario si può riprendere anche ad una settimana Medicazioni: 2 Uso di calzatura sportiva dopo 15 giorni Ritorno ad una vita normale 30 giorni Ritorno ad attività sportive ( 2 mesi per quelle in cui è previsto il salto come la corsa ecc.) Uso di scarpa con il tacco: 2 mesi dopo controllo radiografico Cicatrici: quella più ampia di circa 3 cm non […]

Mal di schiena: istruzioni per l’uso (Parte II)

Cosa fare quando si ha mal di schiena? Sappiamo attraverso gli studi che nove pazienti su dieci recuperano entro un mese circa dall’insorgenza del dolore, indipendentemente dall’avere o meno effettuato un trattamento: quindi non è sempre necessario correre dallo specialista alle prime avvisaglie del mal di schiena. La guarigione del dolore non deve, in ogni caso, ingannare: anche se legata a cause quasi sempre banali, la ricaduta è infatti spesso frequente. È proprio questo che rende fondamentale la prevenzione. La ricaduta in ogni caso non è segno di qualcosa di grave, ma solo del ripresentarsi di un problema cui siamo predisposti. Il  trattamento farmacologico, terapie fisiche o manuali non sono sempre risolutivi, pur essendo spesso un valido aiuto. Se anche il dolore non sparisce, non significa comunque che la situazione sia grave: non esiste infatti correlazione tra la quantità di dolore e la quantità di danno. Gli esami diagnostici mostrano spesso in realtà solo l’invecchiamento delle strutture (artrosi, discopatie, aspetti degenerativi) o patologie che possono non essere la causa del dolore (ernia del disco). Spesso sono inutili e non danno indicazioni sul trattamento da effettuare; gli esiti degli esami possono contribuire ad aumentare un comportamento da malato. Solo uno specialista può richiedere esami per una diagnosi differenziale. I nostri consigli su cosa fare Muoversi regolarmente cercando di variare più possibile i movimenti evitando le posture statiche prolungate. Anche le posizioni statiche ergonomicamente corrette, per quanto indicate, dopo un pò di tempo possono risultare fastidiose. Muoversi aumentando gradualmente le proprie capacità di compiere fatica, non state troppo seduti, ne troppo in piedi, piuttosto prediligere le camminate. Rivolgersi agli esperti per migliorare le conoscenze e consapevolezze su come muoversi e le posture corrette da assumere, nel caso non riusciste a gestire il vostro mal di schiena. Quando state meglio, fare attività fisica migliora le condizioni dei muscoli che governano i movimenti della colonna rendendoli più forti, elastici e pronti a reagire. Stimola la produzione delle endorfine ed è un modo utile per scaricare le tensioni. Non smettete di fare le cose che vi piacciono, in particolare se il dolore non aumenta: questo […]

Mal di schiena: istruzioni per l’uso ( Parte I)

Cos’è il mal di schiena Per mal di schiena si intende il dolore nella zona lombare della colonna vertebrale. È denominata “lombalgia” nel caso il disturbo si soffermi nella zona lombare, “lombosciatalgia” e/o “lombocruralgia” quando il disturbo si irradia anche alla gamba, interessando in nervo Sciatico o Crurale. Quali sono le cause del mal di schiena Le cause del mal di schiena possono essere numerose, infatti il termine medico usato come “lombalgia” indica solo la sede del dolore, senza specificarne la causa ne le strutture coinvolte. La lombalgia meccanica viene detta anche aspecifica e le cause sono considerate multifattoriali. Le cause meccaniche e quelle infiammatorie si intersecano nelle varie strutture (vertebre, dischi, legamenti, articolazioni, muscoli, nervi, etc.) dando una spiacevole sensazione dolorosa invalidante. Non è corretto quindi stabilire che l’artrosi, la discopatia, l’ernia del disco, etc., siano la causa da soli del mal di schiena, ma bisogna tenere presente che spesso queste strutture ci danno un messaggio del cattivo uso che ne facciamo. Quindi le cause del mal di schiena vanno ricercate tenendo conto di aspetti che non riguardano solo le strutture “biologiche” ma anche riguardanti il nostro stile di vita, le nostre emozioni e le nostre condizioni sociali. Infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica le lombalgie attraverso fattori che riguardano la sfera “bio-psico-sociale”. Sempre secondo il modello bio-psico-sociale, lo stato di salute è caratterizzato da un equilibrio tra fattori di “Carico” e “Capacità di Carico” del corpo di sopportare: quando aumentano i carichi esterni, ad esempio per situazioni lavorative o stress psicologici o quando diminuisce la caricabilità, ad esempio per una condizione di malattia, il soggetto non riesce più a mantenere questo equilibrio e va incontro a disfunzioni, malesseri o patologie. Queste condizioni mantenute per troppo tempo determinano un disagio che può influenzare il soggetto nei comportamenti sociali (lavoro, tempo libero, attività in genere, etc.) e possono portare ad assumere un comportamento da malato che porta ad evitare sempre più le attività, peggiorando cosi il dolore e la disabilità. A cura del Dr.Mag Stefano Mappa Fisioterapista specialista in Terapia Manuale e Sportiva. Prenota una visita  

In estate non possiamo nasconderli

Le vene varicose Le vene varicose rappresentano una condizione patologica molto comune, che arriva a colpire fino ad una persona su due oltre i cinquant’anni di età e, più in generale, circa il 15% degli uomini ed il 25% delle donne. La loro comparsa è favorita dalla presenza di vari fattori di rischio, fra i quali ricordiamo la familiarità, il sesso femminile, il tipo di attività lavorativa e le gravidanze. Le vene varicose sono accompagnate da sintomi agli arti inferiori rappresentati da dolore, sensazione di affaticamento e pesantezza, e gonfiore alle caviglie: tali sintomi tendono a peggiorare con il passare del tempo. Il riposo con le gambe sollevate tende ad alleviarli. Qualsiasi terapia sclerosante deve essere sempre preceduta da una visita flebologica Dott. Simone Melina Prenota una visita qui